Antikythera ed il primo "calcolatore" della storia... se la storia consente...

...." Dottoressa Gamay, siamo fuori!"

Pochi istanti dopo si ritirarono in piedi in una cavità così grande che la luce della torcia non arrivava ad illuminare il soffitto alto...la caverna aveva una forma grossolanamente circolare con alcuni passaggi che partivano dal vano centrale... la loro attenzione fu attratta dalla zona al centro della "sala", dove sorgeva un piedistallo rotondo di pietra, sorretto da quattro colonne massicce. Su quel piano d'appoggio era posata una scatola di pietra tempestata di cristalli violacei...
Gamay si chinò, guardando attraverso l'apertura quadrata nella parete laterale della scatola. 
"C'è dentro qualcosa"! Annunciò. 
Allungando le dita tremanti, sollevò l'oggetto, lo prese, lo posò sulla superficie a specchio del tavolo. Il congegno, perchè tale era senza dubbio, consisteva in un contenitore di legno a forma di scatola, con una ruota metallica a sua volta rinforzata da tiranti. All'interno della ruota c'era un grosso ingranaggio che ruotava intorno ad un asse centrale, mentre vari ingranaggi minori erano collegati ai suoi denti.
" Che cos'è?" chiese Gamay perplessa. 

"Una specie di macchina"
"Si direbbe....no! non può essere!"
"Beh somiglia ad uno strumento che ho già visto, un manufatto che si recupera spesso negli antichi relitti, fatto di bronzo, come questo. Qualcuno ritiene un astrolabio, uno strumento utilizzato dai navigatori per accertare la posizione del Sole e delle stelle, per altri è un radiografo a raggi gamma. Sono stati scoperti rapporti d'ingranaggio collegati a dati astronomici o relativi al calendario....Ciò di cui parlo era molto più complesso di un comune astrolabio, con trenta ingranaggi tutti collegati fra loro e persino un differenziale.
In sostanza era un computer!
"Un computer? E dove lo ha visto?"
"Al Museo Internazionale di Atene"
Il Professor Chi fissò lo strumento: "...Impossibile!"


Storia


L'Isola di Antikythera si trova nel tratto del Mar Egeo compreso tra il Peloponneso e Creta. E' famosa per il ritrovamento archeologico avvenuto nel 1902 nelle acque che la circondano. 


Quell'anno quella campagna archeologica portò alla scoperta da un relitto in fondo al mare che oltre ad un vasto campionario di statue e vasi bronzei, come ormai la storia ci ha abituati spesso da queste parti, recava con se anche un altro oggetto, che racchiudeva in se i resti di un ingranaggio meccanico che sarebbe poi passato alla storia come "calcolatore di Antikythera".  Decisamente diverso dalla tipologia di oggetti che normalmente vengono rinvenuti all'interno di navi antiche naufragate e decisamente fuori dal comune rispetto a ciò che la meccanica dei tempi (semmai esistesse ancora come disciplina) poteva essere in grado di fabbricare.


Piano piano gli studiosi, evidentemente incuriositi dalla novità, iniziarono ad assemblarne i pezzi scoprendo che non potevano far altro che parte di un ingranaggio ad orologeria che riproduceva il moto dei pianeti attorno al Sole e le fasi lunari, con una precisione straordinaria. Si trattava di un oggetto "fuori dal tempo"? 


Di fatto sono occorsi ben altri 19 secoli perchè si potesse capire come esso funzionasse, visto che si trattava di un meccanismo a rotazione differenziale la cui invenzione fu  dovuta, a questo punto debitamente o indebitamente è ancora un mistero, all' orologiaio                                                                                                               francese Onésiphore Pecqueur (1792-1852).

Non solo. La formula analitica e la sua applicazione ai dispositivi moderni, risale sempre secondo la storia "classica" al 1841 (Robert Willis). Si tratta di "rotismi epicicloidali" applicati oggi ai cambi automatici delle vetture e alle eliche degli elicotteri! 

Per la comprensione del funzionamento e quindi dell'uso dello strumento fu fondamentale il contributo dato dall' archeologo Derek J. De Solla Price che iniziò ad analizzarne le incisioni e a tradurne le iscrizioni sia letterarie che numeriche che lo strano oggetto presentava sui quadranti. Da una prima analisi, ciò che risultò certo fu il fatto che i costruttori di questo ingranaggio, di qualsiasi epoca fossero e a qualsiasi epoca appartenessero, dovevano necessariamente aver ben chiari quali fossero i cicli astronomici, cicli lunari, eclissi ed altro...

Il meccanismo


Tutto questo trapelò da una prima fase dell'indagine. Una seconda più approfondita, a causa del grado di corrosione e di impenetrabilità mediante strumenti tradizionali che potessero smontare il meccanismo, fu svolta mediante l'ausilio dei raggi X e Gamma restituirono una fotografia di ciò che contenesse. Ciò stupì ancor più gli studiosi per la complessità meccanica degli ingranaggi rinvenuti, la cui precisione e raffinatezza sia nelle tecniche costruttive che nelle sue caratteristiche funzionali, risultavano essere incompatibili con le conoscenze di allora. 
Cosa svelava quest'ingranaggio? 
Che il sistema eliocentrico proposto da Niccolò Copernico nel 1543 è stato evidentemente anticipato già dagli antichi? Il modello matematico e lo sviluppo analitico di ciò che riproduceva l'antico calcolatore era stato già partorito da menti sublimi nell'antichità. 


Chi ha ingegnato tale meccanismo doveva necessariamente essere in grado di calcolare la distanza tra la Terra ed il Sole, la velocità della Terra e della Luna e le loro forze gravitazionali, conseguendo gli stessi risultati a cui si pervenne più avanti solo con la Legge gravitazionale di Isaac Newton, o almeno questo è ciò che la storia ci ha insegnato. 


Nelle iscrizioni ritrovate e tradotte, Sole, Venere ed eclittica sono riportati spesso. Tra queste, una importante: " 76 anni, 19 anni" ed ancor più la riga sottostante sullo stesso quadrante riporta il numero 223, come 223 sono i mesi lunari che compongono il ciclo delle eclissi lunari.  Il rotismo principale, inoltre, è costituito da una ventina di ruote dentate che secondo gli studiosi hanno la funzione di riprodurre il rapporto fisso 254:19. 
Cosa significa?
Beh un'interpretazione è data da ciò che attualmente si conosce dell'astronomia. 
Il moto della Luna attorno al Sole. 254 rivoluzioni ogni 19 anni solari. Oltre alla ruota da 192 denti c'è n'è ancora una di 225. Una manovella aziona una' altra ruota da 45 denti e poichè 225/45=5, se ne deduce che bisogna far fare a questa ruota 5 giri affinchè quella da 225 denti fraccia un giro completo. Se il quadrante che contiene queste ruote fosse diviso in 73 parti (cosa non certa dato il cattivo stato di conservazione) avremmo che 73X5= 365, esattamente il numero dei giorni in un anno. E' chiaro dunque che chi avesse costruito qualcosa in grado di contare i giorni dell'anno dovesse aver ben chiara anche la teoria dei moti di precessione della terra!


In conclusione. Il valore scientifico di questo oggetto è accettabile se esso anticipa di 19 secoli i risultati della Legge Gravitazionale di Isaac Newton nel 1867, la teoria eliocentrica di Cpernico del 1543 e lo studio dei rotismi epicicloidali di Robert Willis del 1841? 











"Non esiste niente di paragonabile a questo strumento in nessun posto del pianeta ed i testi scientifici non parlano di nulla di simile, ne se ne fa menzione nella letteratura tradizionale. al contrario , in base a tutte le nostre conoscenze in fatto di tecnologie e scienza dell' età Ellenistica dobbiamo ritenere che tale strumento non possa essere mai esistito" 
(Derek J. De Solla Price)

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