Evoluzione geologica dell'area compresa tra il Gran Sasso ed il Mare Adriatico.
E' questa la "causa scatenante" la sequenza sismica che dal 24 Agosto 2016 ha interessato e continua ad interessare l'intero centr' Italia.
Tale assetto strutturale è il risultato di più eventi deformativi che a partire dal Miocene superiore hanno caratterizzato l'evoluzione dell'intera area circumediterranea, acquisendo poi delle caratteristiche localizzate che si diversificano in alcuni settori e che rendono il meccanismo tettonico dell'intera area mediterranea tra i più complessi al mondo, ma che sostanzialmente
partono da un unico grande meccanismo: l'avanzamento della placca africana verso quella euroasiatica.
Per capire in che modo tutto questo possa avere a che fare con gli eventi sismici di questi giorni è necessario acquisire qualche nozione generale di geologia o ancor meglio di "tettonica delle placche", per poter poi applicare questi modelli al contesto geografico che si vuole studiare, in tal caso l'Italia centrale.
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Subduzione |
Quando due placche tettoniche si "scontrano" quella a maggiore densità subduce al di sotto di quella a minore densità. Questo processo può interessare margini di placche continentali o un margine continentale ed uno oceanico, generando nuove catene montuose ma anche chiusura o apertura di nuovi oceani. La collisione tra due fronti genera lungo la sutura una fossa, quindi una locale depressione dovuta alla flessione del margine che subduce e, direttamente alle sue spalle anche un accumulo di materiale sedimentario "grattato" a causa della collisione e che tende a crescere verticalmente aumentando di spessore man mano che l'evoluzione tettonica avanza. Dall'altra parte, la stessa subduzione determina un assottigliamento crostale con margini distensivi che generano la formazione di un nuovo oceano accompagnato dalla formazione di un arco magmatico alimentato dalla crosta della placca che subduce e che fonde, risalendo in" forma liquida".
Geologia del Mediterraneo

Della placca africana, che spinge verso quella euroasiatica fa parte un promontorio, la zolla o microzolla Adriatica. Essa costituisce l'avampaese delle catene montuose che si sono strutturate ai suoi margini.
L'intera area circumediterranea può essere disegnata esattamente in questo modo, da una parte i moti convergenti generano l'accrescimento di una catena, dall'altro generano un nuovo oceano, il mar Tirreno nel quale si delineano bene un arco magmatico, quindi i vulcani laziali, il Vesuvio, l'Etna e tutto il sistema eoliano e una dorsale oceanica, dal quale si genera nuova crosta che si colloca in profondità in corrispondenza del Marsili che ad oggi è il più grande vulcano d' Europa delle dimensioni di una vera dorsale oceanica con i suoi 65 Km di lunghezza e tremila metri di altezza, giace li da oltre due milioni di anni ed è –come l’Etna– in piena attività. E, ancora, in fondo al Tirreno giace il vulcano sottomarino Vavilov, più vecchio del Marsili di 4-5 milioni di anni. In lustri di campagne oceanografiche sono stati messi in luce decine di apparati vulcanici di diversa grandezza che rendono il fondo di quel mare assai più agitato di come si potesse pensare solo cinquant’anni fa. Sono state scoperte valli sottomarine profondissime, veri e propri canyon lunghissimi che solcano la piana antistante la Sardegna e quella delle Eolie. Tutto ciò concorre a fare in modo che l'intera area del Mediterraneo sia una zona geologicamente e geomorfologicamente molto complessa.
Quando due margini convergono nel formare una nuova catena: Orogenesi, in corrispondenza della sutura sui bordi della fossa, tra l'aerea di "avampaese" (massa continentale che fa da ostacolo alla spinta orogenetica) e di avanfossa, il corrugamento dei detriti subisce oltre che un locale sollevamento anche un graduale piegamento. Il moto verso Nord della zolla adriatica è condizionato non solo dall'interazione con la placca africana che spinge da sud ma anche con quella della microzolla egea che si muove verso Est. La microzolla egea che costituisce parte del margine meridionale della microplacca adriatica con il suo moto verso Sud Ovest determina significativi fenomeni di sovrascorrimento sul settore crostale ionico.

La fascia "periadriatica" interessata dalle sequenze sismiche di questi giorni, fa parte del settore più esterno della catena Appenninica.
In geologia la catena Appenninica è identificata come un edificio post - collisionale a pieghe e sovrascorrimenti che evolve con un graduale sollevamento regionale progressivo e conseguente basculamento "laterale" dovuto all'attività di sistemi di faglie che tagliano trasversalmente la catena e che la frammentano in blocchi interessati da diversi gradi di subsidenza. Queste faglie dirette o oblique a prevalente immersione occidentale determinano la formazione dii bacini intramontani colmati da depositi continentali. Amatrice - Campotosto (RI), il paese che è stato letteralmente cancellato dalle carte geografiche già in seguito alla prima grande scossa di M 6.0, fa parte proprio di uno di essi e le faglie che attraversano quest'area sono quelle che ne controllano la sismicità.
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