La Sardegna, un terra "apparentemente"stabile. 

Anche quando l'Italia non esisteva, il suo territorio era un complesso mosaico costituito quasi interamente da crosta africana, fatta eccezione per la Sardegna che è un frammento di placca Europea. Se l'intera penisola italiana si trova sulla linea di contatto tra la placca africana e la placca euroasiatica, la Sardegna risulta esserne esclusa. Tale linea di frattura, partendo dalla dorsale oceanica atlantica, segue il confine del Nord Africa per risalire dalla Sicilia lungo gli Appennini e volgersi infine ad Est, in Veneto e Friuli. 


Storia dell'evoluzione tettonica.

Questa situazione si è impostata fin dall' apertura dell'Oceano Atlantico, quando il grande continente Pangea iniziava a fratturarsi e fin dall'apertura di un altro oceano, il Ligure-Piemontese, interposto tra la placca europea ed il promontorio della placca africana (Adria). L'avvicinamento tra le due zolle,  perdurò per 50-60 milioni di anni, finchè si unirono causando la formazione delle Alpi (orogenesi alpina), che non si trovavano ancora nella posizione odierna, anzi, facevano parte di esse anche la Corsica, le Isole Baleari, parte della Spagna, parte dell'Algeria, parte della Calabria (Sila ed Aspromonte) e parte della Sicilia Nord Orientale (Monti Peloritani). La stessa collisione che produsse le Alpi, con dinamiche diverse, continua ancora in Corsica, Liguria ed Alpi Occidentali. Questo scontro, oltre a "inglobare" l'oceano ligure, che subdusse al di sotto della placca africana (crosta oceanica subduce al di sotto di quella continentale perchè più densa), "strappò" al margine meridionale della Francia la Corsica e la Sardegna. Il cosiddetto blocco sardo- corso, iniziò a muoversi verso l'Italia, ruotando ed andando a "collidere" con il promontorio Adria, generando da una parte una serie di accavallamenti della crosta, sul lato orientale, prima fase di sollevamento della Catena appenninica (fase ancestrale) e dall'altra, sul bordo opposto, un assottigliamento crostale che produsse un altro bacino, noto come il bacino algero-provenzale. Il movimento di rotazione, in senso antiorario, dell'intera penisola italiana è causato dal conseguente stiramento della placca euroasiatica con la concomitante apertura del Mar Tirreno. 

Perchè allora se Sardegna e Calabria sono state le vere protagoniste delle dinamiche tettoniche che hanno generato l'impostazione geologica attuale del Mediterraneo, la Calabria è una delle terre a più alto rischio sismico dell'Italia e la Sardegna viene classificata come una delle regioni a più basso rischio? La ragione è che  mentre la Calabria è rimasta sempre prossima ad un margine di subduzione, seguendone progressivamente lo spostamento verso est e la rotazione in senso antiorario, il blocco sardo corso, 18 milioni di anni fa si è fermato nella sua posizione, restando come un cratone stabile, in una posizione centrale rispetto agli orogeni del Mediterraneo occidentale e quindi lontana dai margini di subduzione. Essendo i terremoti, anche quelli di cui alle cronache recenti, generati dai movimenti reciproci tra le placche europea ed africana, ed essendo la Sardegna al di fuori di questa linea di frattura, che segue la lunghezza della penisola attraversando gli Appennini,  si trova ad essere considerata come "immune" ai fenomeni sismici. Nell'ambito della complessa cinematica mediterranea, la Sardegna, sembra essere stabile da circa 7 milioni di anni, tanto che il Catalogo dei Forti terremoti in Italia, rivela che i maggiori eventi sismici che hanno interrotto questo stato di "calma apparente" siano spesso dovuti all'attività di faglie che si trovano nelle vicinanze del blocco sardo-corso, sul versante tirrenico, ma che non hanno mai superato una magnitudo 5. 

A cosa sono dovuti allora i terremoti in Sardegna?
Si tratta di terremoti "intraplacca", che si localizzano cioè al centro. Di solito le aree colpite da un terremoto intraplacca, sono terre che, seppur nel loro assetto attuale non stazionano su un margine attivo, in tempi più remoti, n sono state parte integrante. I terremoti più importanti sono quelli generati da faglie antiche, (faglie terziarie), nel caso della Sardegna o, sono prodotti da antiche strutture che caratterizzavano  zone di rift. Oggi il blocco sardo corso, ancora solidale, rappresenta la zona di "avampaese"dell'orogene alpino, la cui prosecuzione a falde sovrapposte viene ad essere ubicata nella zona tirrenica sommersa , posta sul bordo orientale dell'isola. Gli eventi sismici più recenti e la loro localizzazione, dimostrano come le Alpi siano di fatto una delle zone meno attive d'Italia, tranne la porzione che interessa il Friuli, in cui arrivano ancora le "spinte compressive". Gli Appennini, dalla Romagna alla Lucania, sono ancora in movimento verso Est (attività sismica degli ultimo mesi).


Commenti

Post popolari in questo blog

"Gli abissi"