"Gli abissi"

Le "Comole" di Castel Morrone (CE)

Castel Morrone, piccolo paese a circa 10 Km  a  Nord di Caserta, Campania, Italia.
Sorge sul Monte Castello da cui prende il nome non cosi detto per la presenza di un castello medievale vero e proprio ma di una fortezza, "Castellum,  del II-III sec. a.C. Anche se poco noto ai più, nessun luogo d'Italia sembra esser stato testimone  della storia come Morrone, che ha visto sfilare quasi tutti gli eserciti della storia. Quelli etruschi, quelli sanniti, l'esercito di Annibale,  quelli borbonici del Nord Europa, fino a divenire il, punto focale per le sorti della battaglia del Volturno, che porto' all'unificazione d'Italia, passando  alla storia come il luogo delle" Termopili d'Italia".

Oltre ad essere un importante punto di riferimento per la storia del Risorgimento italiano, questo comune si pregia di un altro importante primato, una peculiarità naturalistica che lo pone tra i siti geologicamente più affascinanti d'Italia. Si trovano qui alcune delle più belle e più grandi  rappresentazioni di ambiente "carsico" d'Italia. Si tratta delle "Comole di Castelmorrone", doline da crollo di dimensioni davvero ragguardevoli. Veri e propri crateri che si aprono sul fianco di una collina (Monte Fioralito) al centro della Catena dei Monti Tifatini.

Sinkhole o doline da crollo, sono depressioni legate a sprofondamenti improvvisi, sia in roccia che in materiali sciolti. Sono conseguenze di fenomeni di ipercarsificazione che portano alla formazione di microcavità iniziali su versanti calcarei,  che successivamente con il persistere dell'attività di dilavamento operato dalle acque meteoriche, agli agenti climatici in generale congiuntamente ad un'attività tettonica più o meno spinta, subiscono un forte decadimento delle caratteristiche meccaniche dell'ammasso roccioso, al punto da frantumarsi e crollare.

L'origine del nome delle doline di Castelmorrone, le comole appunto, deriva dal dialetto tipico della zona e significa "avvallamento". Sono due, e sono disposte sullo stesso versante della stessa collina a circa 500 metri l'una dall'altra. Fanno parte di un'estesa zona di calcari compatti del Cretaceo (https://it.wikipedia.org/wiki/Cretacico), fortemente fratturati anche da un' importante attività tettonica di natura orogenetica e dall'azione meccanica e chimica delle acque di dilavamento superficiale. La prima a formarsi, grazie all'interazione di questi fenomeni è stata la Comola Piccola. Essa sorge alla base della linea di impluvio del Monte La Coppa e, all'inizio di un vallone che scende verso la Comola Grande. Un lungo cunicolo, o una serie collegata di grotte convoglio', al tempo, le acque a valle . 
Schema del meccanismo di formazione delle "Comole"
Queste, scorrendo nel sottosuolo affluirono ad un'altra grotta più grande. L'ampliamento continuo della cavità naturale, a causa del dilavamento operato dalle acque meteoriche, col tempo indeboli' la roccia che ne  costituiva la volta, fino a produrne il crollo. Il materiale crollato occluse la grotta stessa e genero' questa enorme cavità in superficie, che oggi possiamo osservare maestosa, imporsi da protagonista in un paesaggio circostante,  fatto di una vegetazione verde e rigogliosa. E' la Comola Grande, quella più facilmente raggiungibile, ad essere rappresentata nelle immagini di seguito. 
La si raggiunge percorrendo sentieri di campagna appena abbozzati e nescosti dalla vegetazione. Si cammina per qualche centinaio di metri oltre Loc. Monticello fino a ritrovarsi all'improvviso sul ciglio di questo enorme cratere che spacca il fianco della collina per circa 200 m in altezza e 800 in larghezza. Ha la forma di una circonferenza quasi perfetta. Ha un bordo rialzato a monte e, il fondo a scodella, è ormai totalmente ricoperto di vegetazione.


Fondo della Comola Grande



Calcari fratturati






















Commenti

Post popolari in questo blog