Ponte Sahara - Amazzonia... c'è... ma non i vede?

Polveri ed aerosol presenti in atmosfera sono causati da fenomeni naturali (erosione del suolo, vulcanismo, sali nelle gocce d'acqua), vento e attività antropica. 

La maggior parte delle polveri naturali proviene dai deserti e la loro quantità in atmosfera dovrebbe mantenersi costante sul lungo periodo. Alcuni studi americani avrebbero affermato, attraverso una lettura dei dati storici, tratti da analisi su laghi, ghiacci, coralli, che nel XX secolo, la concentrazione di polveri desertiche in atmosfera è raddoppiata, con conseguenze sia sull'effetto serra  (le polveri hanno un effetto raffreddante) sia sull'aumento delle precipitazioni (le polveri favoriscono la formazione di nubi). L'aumento deriverebbe sia dal cambiamento climatico, causa di maggiore estensione di aree aride, sia da attività agricole e di pascolo. Secondo le misure effettive, presso la stazione ENEA di Lampedusa, le polveri provenienti dal deserto del Sahara causano in Italia e nell'Europa meridionale gli effetti più rilevanti. Ma come può la polvere del deserto influire sulla qualità del clima?

I flussi di polveri desertiche sull'Italia producono una diminuzione della radiazione solare al suolo, assorbita in atmosfera dalle polveri. Una volta assorbite le radiazioni solari, le particelle emettono esse stesse una radiazione infrarossa (termica) diretta verso il suolo, e determinando un riscaldamento dell'aria nei bassi strati atmosferici che bilanciano per un buon 20-50 % il raffreddamento prodotto dalle polveri desertiche in atmosfera. tali fenomeni generano spesso instabilità locali delle masse d'aria, con l'innesco di moti convettivi verticali e formazione di nubi, anche a carattere temporalesco. Ma l'effetto della presenza del Sahara, si avverte ben oltre i confini del bacino del Mediterraneo... varcano l'Oceano Atlantico e giungono in Sud America, attraverso un vero e proprio "ponte di sabbia". 
Già, proprio così... 
Le foreste sono la struttura di base di un pianeta vivente ed in armonica evoluzione. Sono l'elemento fondamentale attorno a cui si svilppa e si evolve la diversità biologica terrestre animale e vegetale. Sono un elemento importante anche per contrastare il degrado del suolo e i rischi della desertificazione e sono i principali fattori di regolazione della CO2 (anidride carbonica) in atmosfera, oltre ad un perfetto regolatore e stabilizzatore del clima. La più vasta del nostro pianeta e la più importante, è senz'altro quella amazzonica... ma aldilà di tutte le iniziative di difesa intraprese per la loro tutela, da chi dipende realamente il suo "stato " di salute ed il suo mantenimento?. Dipende dal deserto del Sahara...

Il Sahara è un'arida distesa ininterrotta di sabbia dell'Africa Settentrionale. La foresta amazzonica, una giungla umida e ricca di vegetazione che ricopre il Nord Est del Sud America. Sono due mondi profondamente diversi, ma ciò non impedisce loro di rimanere "uniti" nonostante la distanza. Questo è ciò che è contenuto nello studio  della NASA, in Geophysical Research Letters. I venti prelevano dal Sahara una miscela ricca di polveri e nutrienti e lo trasportano in atmosfera, attraversano l'Oceano Atlantico fino all'Amazzonia e qui lo distribuiscono. Esiste uno strumento, il Cloud Aerosol Lidar, che in unione con i dati del satellite Calipso della Nasa, misura e localizza le quantità di queste polveri. Secondo i dati, il vento preleva dal deserto 182 milioni di tonnellate di polveri ogni anno. 

Di questi circa 27 milioni giungono sul suolo amazzone e, chiaramente qui precipitano grazie alle piogge che li fissano. Altre piccole quantità, si perdono cadendo sotto l'azione del loro stesso peso, altre ancora proseguono verso il mare dei Caraibi. In realtà guardando la foresta, penserete, ci sarà un surplus di nutrienti. In realtà le stesse piogge che fissano ciò che arriva dal Sahara, dilavano tutto ciò che l'Amazzonia produce da se e non riesce a fissare. Ciò signfica che il Sahara ha un ruolo fondamentale nella crescita della foresta pluviale. L'immagine non sembra reale invece lo è! Nonostante le particelle di fosforo e nutrienti siano molto piccole (meno di 1/10 del diametro del capello umano), formano dei pennacchi che possono essere visti dallo spazio. Si tratta di un "ponte" di sabbia lungo ben 10.000 Km. 

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